Aneurisma: contro ogni forma di discriminazione

A ripensarci i riferimenti sono sempre troppo evidenti dietro quasi ogni cosa. Persino ai Queen dovremmo denunciare un debole per la classica e soluzioni buone alla causa si ritrovano anche dentro i concerti per orchestra e violino di Cajkovskij. Torniamo con i piedi a terra e fin dentro le trame di questa provincia abruzzese, alle soglie di un anno da dimenticare. Piccole e grandi cose buone ci sono state. Cade a pennello la lirica del loro primo singolo: mai dire mai. Loro sono gli Aneurisma:

Rock americano, decisamente filo rivoluzionario, quantomai scomodo alla pubblica piazza. GLi Aneurisma, almeno fin qui, denunciano, la società nei suoi limiti bigotti e vendicativi, nel suo ostruzionismo, dentro le inutili discriminazioni. E questo secondo singolo, Insanity” parla di “follia”, di derive mentali, di mai urlate posizioni contro queste etichette medievali. In fondo il futuro e la sua emancipazione tarda ad arrivare. Tutto questo nel disco d’esordio degli Aneurisma ancora in gestazione… ma che qui ha ben anticipazioni gustose da sfoggiare… il tutto dentro il grande rock americano, bisogna ribadirlo sempre.

Esordio assoluto che in qualche modo state anticipando grandemente. Come mai questa strategia di comunicazione?
La situazione anomala che stiamo vivendo ci ha costretto a rivedere un po’ i nostri piani.
Sinceramente non era in programma di far uscire un secondo singolo per anticipare la pubblicazione del nostro album; la pandemia ha portato un forte rallentamento in tutti i settori e
quello musicale è sicuramente tra i più colpiti. Ma nonostante tutto cerchiamo di sfruttare al meglio i vantaggi del vivere in un’era tecnologica promuovendo la nostra musica attraverso i social e i digital store. Portiamo avanti il nostro lavoro nonostante le difficoltà del momento anzi abbiamo in programma una collaborazione artistica con i “Rotten Apple”, una Rock Band Californiana. Per adesso siamo ancora in fase creativa e con molta probabilità c’è la volontà di fare un altro singolo insieme a loro.

Quanto questo disco sarà figlio di questo tempo apocalittico che stiamo vivendo? Di certo “Never Say” lo era… forse “Insanity” un po’ meno ma diciamo che sono argomenti che purtroppo non passano mai di moda…
Il disco è molto condizionato da questo tempo e non poteva che essere altrimenti. Molti argomenti non passano mai di moda perché rimangono sempre lì, senza soluzioni. Nell’album
ci sono tematiche delicate ed attuali e l’intero album è influenzato dal malessere di questi giorni.
Nessuno si sarebbe immaginato un simile scenario ed è impossibile non rimanerne in qualche modo condizionati.

E quanto c’è di autobiografico dentro le vostre canzoni?
Componiamo nel modo più naturale e sincero che conosciamo, prendiamo ispirazione dalle nostre esperienze, dalle sensazioni che ci circondano e anche da ciò che ascoltiamo.
Le nostre canzoni nascono semplicemente dalle emozioni che abbiamo dentro, dalle dinamiche intorno a noi, e cerchiamo con i nostri strumenti di interpretarle, di trasformarle in armonie, melodie e ritmo, in sintesi…in musica.

Si parla di un rock che ha fatto storia, nelle forme che ormai non ritroviamo più dentro i consueti ascolti. Parlando di forma: con l’elettronica che rapporto avete?
Cerchiamo sempre di lasciarci influenzare da qualsiasi genere musicale, di assorbire idee e proviamo ad incastrarle nelle nostre canzoni, senza però seguire una particolare tendenza, una moda. Componiamo per far vibrare le nostre emozioni secondo ciò che è la nostra idea di musica. E’ innegabile che l’elettronica sia al centro del linguaggio attuale e cerchiamo, a nostro modo di assorbirne il lato positivo.

E la produzione di questo lavoro, che ovviamente passa per le macchine digitali, quanto ha pesato sulla forma finale dei brani?
Nella nostra arte non c’è niente di costruito. In studio registriamo come se suonassimo dal vivo…cerchiamo di catturare la stessa energia.
La nostra musica è pura…senza filtri. Collaboriamo sempre con persone che sono in perfetta sintonia con il nostro modo di concepire musica e, cosa più importante, con una mentalità aperta. Se avessimo registrato il nostro disco negli anni 70 il risultato più o meno sarebbe stato identico.

Aspettate tempi migliori per uscire con il disco?
Assolutamente si. Vogliamo presentare il nostro album dal vivo, suonare il nostro strumento, sentirne il peso sulle spalle, le vibrazioni nello stomaco, emozionarci, il contatto con il pubblico ed i fan… questa è la nostra linfa vitale. E’ la natura della nostra band e non possiamo essere altro. Siamo soddisfatti di questo lavoro e non vediamo l’ora di farlo ascoltare.

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